Cos’è la Voluntary Disclosure sul contante

Parte del recente “Piano Colao”, il documento che riassume l’insieme delle iniziative per il rilancio 2020-2020 ideate dalla task force guidata da Vittorio Colao per far fronte all’emergenza seguita alla pandemia di Coronavirus, è la cosiddetta “Voluntary Disclosure sul contante”.

Ma di cosa si tratta esattamente?

Essenzialmente, di una misura atta a regolarizzare i valori derivanti da redditi non dichiarati, inclusi quelli legati al lavoro nero, attraverso una sorta di rivelazione spontanea.

Il duplice meccanismo della Voluntary Disclosure sul contante

Spiega il documento che la regolarizzazione tramite Voluntary Disclosure del contante e di altri valori potrebbe avvenire secondo un duplice meccanismo:

  1. Il pagamento di un’imposta sostitutiva (di imposta sui redditi, addizionali, sostitutive, Irap, IVA, eventuali violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d’imposta, sanzione e interessi) in misura tale da rendere l’emersione conveniente (per esempio nell’ordine del 10%-15%)
  2. L’obbligo di investimento di una parte significativa dell’ammontare (per esempio oscillante tra il 40% e il 60%) per un periodo significativo (ad esempio 5 anni) in strumenti di supporto alla strategia di rilancio dell’Italia, come i social bond nominativi finalizzati a progetti quali al ristrutturazione degli istituti scolastici, progetti infrastrutturali o strumenti analoghi.

In alternativa, la quota emersa potrebbe essere investita nel capitale di rischio della società di cui è azionista di controllo la persona che attua la Voluntary Disclosure. Ciò sarebbe possibile purché l’ammontare venga restituito prima del termine prestabilito come dividendo o aumento dei compensi di amministratore.

In termini più semplici, quindi, la Voluntary Disclosure sul contante proposta dal Piano Colao prevede una tassa “appetibile” del 10%-15% sui valori non dichiarati, come ad esempio il denaro emerso dal lavoro nero.

Gli effetti premiali in ambito penale della Voluntary Disclosure sul contante

C’è poi dell’altro.

La manovra prevede anche effetti premiali in ambito penale, ad esempio nel settore di reati tributari come riciclaggio o autoriciclaggio di denaro, a condizione che esistano particolari requisiti di coerenza, quali l’ammontare del contante o dei valori oggetto di regolarizzazione o la qualifica professionale e attività lavorativa svolta dal contribuente che ha attuato la regolarizzazione.

Se questi requisiti di coerenza entrassero effettivamente a far parte della policy non sarebbe necessario offrire alcuna spiegazione in merito alla provenienza delle somme “emerse”. In caso contrario, invece, il contribuente che attua la Voluntary Disclosure dovrebbe dichiarare (e dimostrare) da dove provengano le somme che vuole regolarizzare, così da ottenere gli effetti premiali.

La sanatoria del contante, mirata a far emergere le somme liquide fino a questo momento nascoste, è considerata una dei punti più importanti del piano Colao, specialmente per favorire l’uscita dell’Italia dalla recente emergenza epidemiologica. Va infatti considerato che, proprio a causa della pandemia di COVID-19, il debito pubblico ha raggiunto livelli da record, superando il 150% del Pil ed è dunque necessario disporre di liquidità immediata da mettere a disposizione di settori che “non possono attendere”, come sanità, imprese, scuole, famiglie.

La Voluntary Disclosure del contante ha dunque l’obiettivo di rimettere in circolo denaro contante fino a questo punto non emerso e mai dichiarato attraverso la collaborazione volontaria dei suoi possessori, a fronte del pagamento di un’imposta in percentuale sul valore e con il vantaggio di vedersi garantita l’immunità da sanzioni amministrative e penali che l’evasione fiscale, inevitabilmente, genererebbe.

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