Incentivi fiscali per l’innovazione: una panoramica

Gli incentivi fiscali per l’innovazione rappresentano un elemento chiave nella politica economica volti a stimolare investimenti significativi nel campo della ricerca e dello sviluppo tecnologico. Questi strumenti sono progettati per agevolare le imprese che investono in attività innovative, riconoscendone il ruolo cruciale nella crescita economica e nel progresso tecnologico del Paese. Scopriamo insieme di cosa si tratta e a chi sono rivolti questi incentivi.

 

Incentivi fiscali: di cosa si tratta?

Gli incentivi fiscali costituiscono uno strumento cruciale per le politiche di sostegno alle imprese italiane. Con l’introduzione del “Piano Nazionale Impresa 4.0”, il governo ha avviato un importante credito d’imposta per gli investimenti effettuati nel settore della ricerca e sviluppo, dell’innovazione tecnologica, nonché nelle attività di design e ideazione estetica. Tale misura è stata implementata per gli investimenti posti in essere a partire dal periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2019.

L’obiettivo principale di questo incentivo fiscale è di rafforzare la competitività delle imprese italiane, incentivando gli investimenti in aree chiave quali la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione tecnologica in linea con il paradigma dell’Industria 4.0 e i principi dell’economia circolare. Questa misura mira a stimolare la crescita economica e a promuovere lo sviluppo di nuove tecnologie e prodotti, contribuendo così a posizionare l’Italia all’avanguardia nel panorama tecnologico e industriale globale.

 

A chi sono rivolti?

Gli incentivi fiscali per l’innovazione sono rivolti a tutte le aziende residenti nel territorio italiano, indipendentemente da quelle residenti alle stabili organizzazioni di entità non residenti. Questo incentivo è accessibile a imprese di diverse nature giuridiche, appartenenti a vari settori economici, indipendentemente dalla loro dimensione, regime contabile e modalità di calcolo del reddito ai fini fiscali.

Tuttavia, sono escluse specifiche categorie di imprese, come:

  • quelle in fase di liquidazione volontaria;
  • fallimento, liquidazione coatta amministrativa;
  • concordato preventivo senza continuità aziendale;
  • quelle sottoposte ad altre procedure concorsuali;
  • quelle che hanno ricevuto sanzioni interdittive secondo l’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo n. 231 del 8 giugno 2001, sono anch’esse escluse.

Per usufruire di tale beneficio, le imprese devono rispettare le normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e assolvere correttamente gli obblighi relativi al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

 

Attività ammissibili

Il sistema di incentivi fiscali italiano prevede diversi tassi di credito d’imposta per le imprese che investono in attività di ricerca e innovazione.

Per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico:

  • è previsto un credito d’imposta del 20% fino al 31 dicembre 2022, con un limite massimo annuale di 4 milioni di euro;
  • dal 2023 fino al 2031, questo credito sarà del 10% fino a un massimo di 5 milioni di euro all’anno.

Per le attività di innovazione tecnologica mirate alla realizzazione di prodotti o processi nuovi o migliorati:

  • il credito d’imposta è fissato al 10% fino al 31 dicembre 2023, con un tetto massimo annuale di 2 milioni di euro.

Per le attività legate all’innovazione tecnologica 4.0 e green, con obiettivi di transizione ecologica o digitale:

  • il credito è del 15% fino al 31 dicembre 2022, con un limite di 2 milioni di euro all’anno;
  • dal 2023 al 2025, il credito sarà del 5%, fino a un massimo di 4 milioni di euro all’anno.

Infine, per le attività design e ideazione estetica che mirano a un significativo rinnovamento estetico dei prodotti:

  • il credito d’imposta è del 10% fino al 31 dicembre 2023, con un tetto di 2 milioni di euro annui;
  • Dal 2024 al 2025, il credito sarà ridotto al 5%, mantenendo lo stesso limite massimo annuale.

Ricerca e innovazione tecnologica: le spese ammissibili

Gli incentivi fiscali per l’innovazione riguardano ovviamente delle spese precise in ogni campo. Per le attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale sono comprese le spese del personale impiegato direttamente nelle operazioni di ricerca e sviluppo, sia in qualità di ricercatori e tecnici sotto contratto di lavoro subordinato, autonomo, o altre forme di impiego.

Le quote di ammortamento e i canoni di locazione finanziaria o semplice relativi ai beni mobili materiali e ai software usati nei progetti di ricerca e sviluppo. Inoltre, sono considerate le spese per contratti di ricerca esterni che comportano lo svolgimento diretto di attività di ricerca e sviluppo da parte del soggetto commissionario.

Per le attività di innovazione tecnologica sono comprese le spese per il personale impiegato con rapporto di lavoro subordinato o autonomo. Le quote di ammortamento e i canoni di locazione finanziaria per i materiali mobili e per i software utilizzati per i progetti relativi all’innovazione tecnologica. Inoltre sono comprese le spese per servizi di consulenza riguardanti le attività di innovazione tecnologica.

Infine, sono comprese anche le spese per l’acquisto di materiali, forniture e altri prodotti analoghi utilizzati nelle medesime attività.

 

Design e ideazione estetica: le spese ammissibili

Il comma 202 della legge di bilancio n. 160 del 27 dicembre 2019 stabilisce le tipologie di spese ammissibili al credito d’imposta per le attività di design e ideazione estetica. Queste includono i costi per il personale, sia dipendente che autonomo, impiegato direttamente nelle strutture produttive dell’impresa per attività di design e ideazione estetica.

Anche le spese legate all’ammortamento, ai canoni di locazione finanziaria o semplice e ad altre voci relative ai beni mobili materiali usati per tali attività, incluse la progettazione e realizzazione di campionari, rientrano tra le spese ammissibili.

Le spese per contratti esterni finalizzati allo svolgimento diretto delle attività di design e ideazione estetica sono anch’esse qualificate per il credito d’imposta. Questo si estende inoltre a spese per consulenze e servizi correlati, purché utilizzati esclusivamente per lo svolgimento di attività innovative.

Infine, sono ammissibili le spese per materiali, forniture e altri prodotti simili impiegati nelle attività di design e ideazione estetica.

 

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